Il Milan è in ascesa, l’Inter sempre più giù. Spalletti al capolinea?

Il calcio racconta storie e lo fa nella sua unica lingua: il campo da gioco. Ciò che avviene al di fuori è solo contorno, a volte pittoresco e gradevole, altre intriso di polemiche e violenza verbale. Quella fisica, perpetrata da tifosi di dubbia sanità mentale, è soltanto marciume.

Il contorno dicevamo. Ultimamente, gli spunti non mancano di certo. A Milano, ad esempio, Milan e Inter si divertono a passarsi la patata bollente. Fino a poco tempo fa, la squadra rossonera sembrava quella destinata all’ennesimo campionato fallimentare. Higuain non segnava, era triste e malinconico. I risultati del Milan erano deficitari, con Gattuso spesso messo sulla graticola. Invece, sull’altra sponda sembrava che tutto procedesse al meglio. Certo, il sogno scudetto era rimasto tale per colpa di una Juventus quasi sempre vincente in campionato, ma il secondo posto era a portata di mano.

Nell’ultimo mese tutto è cambiato. Il Milan, piano piano, ha ritrovato fiducia, risultati e, ultimamente, il bomber che tanto gli mancava. Non Higuain, passato al Chelsea del suo padre putativo Sarri, ma Piatek, arrivato dal Genoa a fine gennaio con uno score niente male: 13 gol segnati. Mossa azzeccata: due gol all’esordio in Coppa Italia col Napoli ed uno segnato a Roma domenica.

La parabola discendente dell’Inter è iniziata dopo la sosta. Le vittorie di fine anno su Empoli e Napoli avevano illuso i tifosi. I nerazzurri, nelle prime tre partite del girone di ritorno, hanno racimolato un solo punto e senza segnare. Se con la Lazio in Coppa Italia la squadra aveva tenuto botta per tutti i 120 minuti, perdendo poi ai rigori, col Bologna si è vista la peggiore Inter della stagione. Pochi i tentativi per rimediare al gol segnato da Federico Santander, che ha portato in vantaggio i bolognesi al 32°. Icardi non pervenuto, Perisic irriconoscibile, il centrocampo incapace di creare gioco. Spalletti è sul banco degli imputati (Ranocchia attaccante non è andato giù a nessuno). Per adesso resta, ma i gettoni rimastogli sono quasi finiti.

Foto Mezzelani-GMT

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