Premier League: che segnale! Stavolta hanno veramente dato l’esempio

La piaga del razzismo purtroppo, non ha risparmiato neanche la Premier League. il campionato inglese infatti, al pari di tutti gli altri campionati europei ha ancora a che fare con episodi di razzismo sempre più frequenti, ma le società di Premier stavolta, hanno sposato la linea della tolleranza zero…

Il derby di Londra tra Chelsea e Tottenham Hotspur andato in scena la scorsa settimana durante la seconda giornata di Premier League è una partita destinata a fare discutere.

Chelsea Tottenham
Un’azione del derby Chelsea -Tottenham/calciomercato.com

Prima la rissa sfiorata tra Tuchel ed Antonio Conte e adesso è arrivata la notizia che il Chelsea ha bandito a vita da Stamford Bridge un suo tifoso.

Colpevole di aver offeso il calciatore coreano Heung Min Son rivolgendogli gesti a sfondo razzista.

Tolleranza zero in Premier per combattere la piaga del razzismo

Le videocamere di sorveglianza dello stadio hanno infatti inchiodato il “tifoso” che, con le dita ai lati degli occhi mimava gli occhi a mandorla del calciatore coreano. Le immagini fin troppo chiare, non hanno dato scampo al colpevole del brutto gesto, e il Chelsea ha voluto lanciare un segnale agendo immediatamente.

Punizione esemplare per il tifoso sperando serva da lezione

Heung Min son
Son attaccante degli Spurs /ANSA

Il Chelsea tramite un comunicato stampa dai toni molto duri ha infatti condannato pubblicamente il gesto: “idioti del genere fanno vergognare i nostri allenatori, i nostri giocatori, tutto lo staff e i nostri veri tifosi. Non hanno posto nel Chelsea e in nessuna delle nostre comunità”.

Il club londinese ha inoltre tenuto a ribadire il suo impegno promuovendo la campagna “No to Hate”.

Una campagna di sensibilizzazione contro ogni forma di razzismo e discriminazione  che il Chelsea porta avanti dalla scorsa stagione.

Ancora una volta la Premier League si conferma il campionato più importante d’Europa e come tale detta le linee non solo tecniche, ma anche comportamentali in fatto di ordine ed educazione all’interno degli stadi.

Dal punto di vista economico sicuramente non sarà facile per le altre squadre europee raggiungere il livello delle inglesi, ma per quanto riguarda queste situazioni prendere spunto e “copiare” sarebbe semplice e non sarebbe poi un’idea sbagliata.

 

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