Con la truffa della chiamata della banca i ladri stanno mettendo le mani sui risparmi di tantissime vittime. Ecco come funziona.
La Lega Consumatori sta mettendo in allerta gli utenti. Il numero di persone che ricevono chiamate sospette da parte della propria banca è in continuo aumento. Come spiegato dalla presidente nazionale Cristina Cafferata, queste comunicazioni nascondono “una truffa tecnologica spietata”, attraverso cui i ladri si impossessano dei risparmi delle loro vittime.

Sono diverse le tipologie di truffa in cui potremmo imbatterci. La più diffusa è sicuramente il phishing, che consiste nell’invio di email e messaggi ingannevoli da parte dei criminali informatici, i quali sfruttano anche siti web fraudolenti. Il fine è ottenere le informazioni personali dei malcapitati, facendo credere a questi ultimi di essere stati contattati da un ente legittimo. Proprio come un istituto bancario.
Il vishing è una variante che, invece di utilizzare i messaggi, si basa sulle telefonate. I truffatori chiamano gli utenti fingendosi entità affidabili. Così riescono a guadagnarsi la fiducia delle vittime, alle quali vengono richiesti i loro dati sensili. Negli ultimi giorni la Lega Consumatori ha avviato una campagna per mettere al corrente gli utenti su questo tipo di truffe, puntando l’attenzione su una frode molto elaborata.
Truffa della chiamata della banca, l’allerta della Lega Consumatori: come riconoscerla
La truffa della chiamata da parte della propria banca si fonda su due elementi chiave in questa tipologia di raggiri: il senso di fiducia degli utenti – convinti che si tratti realmente del numero ufficiale dell’istituto bancario di riferimento – e quello di urgenza dato dalla comunicazione ricevuta. L’interlocutore avvisa che sta avvenendo un tentativo di frode, spiegando che è stato effettuato un “bonifico sospetto” sul conto del malcapitato.

“Bisogna trasferire il denaro su un conto sicuro prima che venga rubato”: è così che i truffatori convincono gli utenti a fornire i propri dati personali. I ladri si fingono operatori bancari e, grazie alla tecnica dello spoofing, il loro numero viene camuffato con uno reale. Dopo la prima telefonata, le vittime vengono contattate nuovamente. Questa volta da un numero che si spaccia per una stazione dei carabinieri.
La truffa prosegue con l’entrata in scena di un maresciallo fasullo, che conferma quanto sostenuto dall’operatore bancario. L’utente viene esortato a collaborare, così da limitare i danni. L’obiettivo è portare la vittima a trasferire il proprio denaro su un altro conto, anche estero. “Quando ci si accorge dell’inganno è troppo tardi per lanciare l’allarme”, spiega la Lega Consumatori.

Sebbene l’Autorità per la comunicazione (Agcom) sia impegnata nel contrasto di questa tipologia di truffe, con l’introduzione di nuove misure per eliminare lo spoofing, i truffatori sono sempre in cerca di stratagemmi per aggirare i controlli. Per questo motivo gli utenti sono invitati a prestare la massima attenzione alle comunicazioni ricevute.
Le banche non contattano mai i clienti telefonicamente chiedendo loro di trasferire denaro. Allo stesso modo, le forze dell’ordine non si rivolgono alle vittime di truffe chiamandole al cellulare. Agli utenti, inoltre, si consiglia di non fornire i propri dati personali e non effettuare bonifici richiesti via telefonata. In caso di chiamate sospette, la cosa migliore da fare è segnalare tutto alla polizia postale.